L’angelo custode Vi racconto una storia della mia vita, un solo episodio che però ha cambiato completamente la mia esistenza. Mi chiamo Fulvio, ho ventisei anni e sono disoccupato. Tutto iniziò alcuni anni or sono . Stavo camminando per via Roma, a Torino, quando ad un certo punto mi si avvicina una ragazza che mi chiede degli spiccioli. Era piuttosto malridotta e si vedeva che non stava bene. Le diedi una moneta e devo dire che lei fu molto gentile, mi ringraziò sentitamente. Poi, me ne andai per la mia strada, voltandomi però diverse volte all’indirizzo di quella ragazza. Tornato a casa non ci pensai più di tanto a quell’incontro; certo quella donna doveva essere nei guai, ma io non sapevo proprio cosa farci e così lasciai perdere. Ero a tavola insieme ai miei, quando al telegiornale diedero la notizia della morte di un ragazzo per overdose. Subito mi balzò in mente quello che era successo in mattinata ed era tutto più chiaro: quella ragazza era tossicodipendente. Passò qualche giorno. Mi trovavo alla stazione centrale. Stavo camminando tranquillamente quando vidi una persona rannicchiata per terra. Mi sembrava di conoscerla ed aveva qualcosa di famigliare. Provai a chiamarla e quando alzò il viso la riconobbi immediatamente. Sì, era lei, non conoscevo il suo nome e così glielo chiesi. Si chiamava Anna. Decisi di offrirgli qualcosa da mangiare e lei, dopo qualche incertezza, accettò di buon grado. Andammo così in un bar e gli pagai un panino. E sì, era proprio affamata. Poi ci avviammo per una passeggiata. Anna si confidò con me e così venni a sapere che aveva iniziato a bucarsi quando aveva 17 anni ed ora che ne aveva venti la situazione non era cambiata. I suoi genitori l’avevano sbattuta fuori di casa e così vagabondava per la città. Questo era in poche parole la sua storia. Non sapevo come poterla aiutare. Poi mi balenò in mente un idea. Conoscevo un prete, di una parrocchia vicino a casa mia, molto gentile e lui sicuramente ci avrebbe potuto consigliare qualcosa ed aiutarci. E così fu, andammo da lui, il quale dopo qualche indecisione ci offrì il suo aiuto. Sistemò Anna nella casa di un suo amico che faceva il volontario ed accoglieva diversi diseredati e barboni presso di lui. Tutti dovevano però, rendersi utili e la sistemazione era purtroppo solo temporanea. Il parroco mi consigliò così di presentare una domanda, per la ragazza, in un centro di rieducazione per tossicodipendenti, in poche parole in una comunità. Convinsi Anna a fare quel passo e tutto sembrava andare per il meglio. A proposito, non vi ho ancora detto che la ragazza era piuttosto carina e molto simpatica anche se non era il mio tipo. Purtroppo le domande in varie comunità si rivelarono un fallimento. I centri, infatti, erano tutti stracolmi di ragazzi già ammalati. Molto tempo dopo, la situazione non era per niente cambiata. Un bel giorno però qualcosa accadde, come una scintilla, in Anna. Di sua spontanea volontà decise che da quel giorno non si sarebbe più drogata. Era una decisione molto forte e io dovevo aiutarla assolutamente. Intanto avevo trovato un lavoretto da fare e con i pochi soldi guadagnati, insieme ad altri che avevo da parte, affittammo una stanza in un albergo. Io gli portavo i viveri e lei rimase chiusa in camera per molto tempo. Con molti disagi e molta sofferenza, Anna sembrava aver superato il momento peggiore e ciò faceva ben sperare. Decidemmo così di fare insieme un po’ di esercizio fisico e per molti giorni facemmo un bel po’ di ginnastica. Ma Anna non poteva rimanere chiusa in albergo ancora per molto e così l’accompagnai a fare delle lunghe passeggiate e anche delle corse nel parco. Facemmo tante di quelle corse che ho perso il conto. E poi di nuovo ginnastica per tanto tempo. Con tutto quell’esercizio tornammo in forma entrambi, soprattutto Anna che si ristabilì anche spiritualmente. Sì, ce l’avevamo fatta e lei era pronta per far ritorno a casa dei suoi genitori. Ma un nuovo colpo di scena doveva accadere da lì a poco. Infatti, mi ero accorto che la ragazza si era notevolmente affezionata a me. E non si trattava solamente di gratitudine. Io ero pronto a dirle che l’avevo aiutataselo per simpatia e che non c’era niente fra noi. Però, non feci in tempo a dirglielo, che lei mi dichiarò il suo amore e che il ringraziamento era enorme. Aggiunse anche che senza di me sarebbe sicuramente ricaduta nel tunnel della droga e che riponeva nella mia persona tutte le sue speranze. Ci pensai molto e riflettei a lungo. Cercai tutto il coraggio necessario per dirglielo, ma alla fine non ce la feci e finimmo così per metterci insieme. Ecco a voi in sintesi la mia storia. Col tempo finii per innamorarmi davvero di lei, ed oggi a distanza di sei anni, siamo una famiglia felice e con una figlioletta per di più. Certo, questo racconto sembra essere appena uscito da un film di Frank Capra, dove tutto finisce per il meglio, ma è andata veramente così. E di questo racconto, per me è Anna la vera protagonista e io……….il suo angelo custode. Franco Lana |