SETTE MONTI E SETTE MARI

In un punto qualsiasi sperduto del nostro creato, esisteva sino a poco fa, una comunità pacifica, buona di indole, lavoratrice e serena.

La loro vita scorreva da sempre, grazie all’agricoltura ed alla pastorizia. Nulla mancava per vivere con grazia e comunione tra loro.

Non si sa, da quanti anni i loro padri avessero presidiato il territorio, ed a loro non interessava. Del mondo in generale, loro non conoscevano nulla, né di quel mondo, nulla potevano desiderare.

Essendo privi di asperità caratteriali, e non conoscendo il desiderio di espandersi per conquista, avevano sul volto una somiglianza, come tra fratelli, di quei fratelli che non si disconoscono facilmente perché si vogliono bene. Avevano sulle labbra e negli occhi il sorriso dolce e pacato dei desideri realizzati, della certezza di continuità, della riconoscenza.

Per arrivarci bisognava attraversare sette monti ad occidente, oppure sette mari ad oriente.

Per via aria, ci arrivò per caso, un uomo molto potente Italiano con tre persone del suo seguito, cercando un atterraggio di fortuna perché i motori dovevano riposare.

Vide tutta questa meraviglia di natura incontaminata, conobbe gli uomini ospitali e reverenti, e cominciò a pensare che qualche volta deviare un poco la rotta non è poi così male.

La popolazione era tantissima, era fiduciosa, e, sarebbe stata sicuramente grata dei miglioramenti sociali ed ambientali, che lui aveva già in mente di apportare.

Calcolò, con l’aiuto dei suoi esperti, che poteva diventare un ottimo serbatoio di voti da includere negli Italiani all’estero.

La scoperta era straordinaria, Era un uomo che aveva fatto di tutto, che aveva conosciuto tutto e tutto aveva osato.

Due erano i progetti che gli frullavano nella testa. Avvalersi della scoperta, dare un nome a quelle terre e passare alla storia come ultimo esploratore, oppure….

Oppure dichiarare che si trattava di Italiani all’estero finora sfuggiti al controllo demografico ( il che non impediva di risolvere con urgenza la questione includendola tra gli interventi prioritari), che, poverini, ora era necessario fornire loro le proprie radici, avvolgendoli a poco a poco di un caldo interesse famigliare, come fossero lontani parenti, partiti un giorno in cerca di fortuna.

Il problema non era facile da proporre e da sviscerare, ma si sa se c’è l’urgenza, uomini colti che conoscono il mondo sanno apprezzare e trovare le giuste soluzioni.

Passato lo scoglio del riconoscimento Italiano si portò l’attenzione in un dibattito speciale Europeo che alla fine approvò. In fin dei conti oggi hai bisogno tu e domani posso aver bisogno io.

Nella mente di quelle persone avvedute e sagge già balenava l’idea di poter favorire, s'intende solo per scopi umanitari, quelle due multinazionali che premevano per nuove espansioni, per alcune case farmaceutiche che avevano bisogno di nuovi test e non avevano più popolazioni incontaminate, e poi da cosa nasceva cosa.

Naturalmente fu necessario portare la questione al Consiglio superiore degli stati membri che dopo aver sentito tutte le valide argomentazioni degli stati Sovrani chiuse velocemente l’argomento con un’approvazione in piena regola che non stupì nessuno.

In fin dei conti tanta sana gioventù poteva essere utile per incrementare la democrazia in quei luoghi sfortunati che ne avevano tanto bisogno.

A sei mesi da quella fatidica data, gli Italiani festeggiarono solennemente l’avvenimento, e tutto cominciava a prendere forma.

Per via mare questa volta gli abitanti di quell’Eden videro arrivare le prime navi da crociera, e la loro terra fu invasa da turisti con telecamere. Erano i primi pionieri.

Al seguito ci furono le prime troup televisive per i primi spot pubblicitari. Il primo fu un bagno schiuma, il secondo un profumo Francese, il terzo un’enciclopedia mondiale delle scienze.

Vennero poi i grandi cantieri di cemento, macchine di ogni tipo, personaggi di ogni tipo. Era un pezzo di mondo malleabile, ricchissimo di risorse, ed ognuno voleva la propria parte.

Qualcuno i Italia osò dire che c’erano problemi più urgenti da affrontare: per esempio il pacchetto sicurezza e la salute pubblica.

Ma che scherziamo? Io per esempio vado in giro scortato! Sempre questione di scelta è.

E poi la sanità. Ditemi Voi se ci dobbiamo anche preoccupare di quello. Abbiamo mille ospedali, abbiamo i migliori baroni della medicina, se poi le ambulanze sono così lente non è colpa di nessuno. Non facciamo diventare un problema ciò che può essere risolto semplicemente da una scelta logistica. Ma, si dice: ci sono i rifiuti che non sappiamo dove collocarli! Questa è emergenza.

Ma fatemi il piacere, c’è emergenza ed emergenza. Ogni luogo sa come fare. Ci si affida agli amici, od agli amici degli amici che a volte sono più affidabili! Perché bisogna far ricadere tutto sulle spalle del governo! Poi ci sono delle menti che lavorano per voi, ce ne sono di siti appositi nei quali si può scaricare! forse non ci avete mai pensato, ma ci sono dei siti che saprebbero ricavare risorse e che noi aiuteremo. Hanno spazi aperti, cave dimenticate dal progresso e tanta buona volontà e riconoscenza.

Forse è così, e noi Italiani non siamo mai contenti.

?

Nella pianura felice cominciava a delinearsi qualche cambiamento. I saggi che prima sedevano insieme e conferivano con il popolo,ora era difficile trovarli.

Un giorno Flavio bisognoso di un consiglio li cercò. Nel solito tempio non furono trovati. Qualcuno gli disse di cercare nel villaggio turistico appena sorto tra la foresta ed il mare.

Infatti erano lì e parlavano con dei turisti. Loro, i turisti scattavano delle foto, ed i saggi con i loro abiti migliori, in posa, sorridevano di un sorriso che Flavio non aveva mai visto sui loro visi.

Ecco, il loro paradiso era diventato una riserva di caccia. Non propriamente come quella degli Indiani ma simile.

Le loro abitudini, il loro credo, le usanze, diventavano merce di scambio ed informazione per quel popolo più acculturato che stava in un angolo della terra molto lontano.

Lui aveva sentito che erano come consanguinei, ma non se ne capacitava. Ad ognuno di loro era stato dato un nome Europeo, ma per la maggior parte di origine Romana.

Con lo sguardo cercò il padre e lo trovò. Sembrava triste, non aveva più il sorriso rassicurante e sereno che gli era abituale.

Comprese allora che era finito il mondo della sua infanzia, della sua spiaggia libera, del solo rumore di vento.

Si avviò lentamente verso il villaggio turistico chiamato “L’ultima spiaggia” e trovò tanta folla.

Il signore che era arrivato il giorno prima sul suo Jet, il signore che aveva la valigetta di pelle nera, e che sapeva parlare così bene in tante lingue, stava terminando un suo comizio.

Flavio percepì solamente le ultime frasi, perché ormai si era alla fine. Il signore disse con molto calore: “ non abbiate paura, quando sarà il momento io sarò qui con voi, per consigliarvi, per spiegarvi come e dove mettere il segno di questa croce sulla scheda. Non vi pentirete!

Flavio si rabbuiò un poco, non era sicuro di aver capito tutto. Poi passò lo sguardo sui compagni di gioco, sui vecchi del villaggio, su Elena che se ne stava in disparte, e notò che il sorriso era sparito dai loro cari volti.

Il progresso era iniziato ed aveva il volto ed il sorriso crudele e compiaciuto del politico che parlava con una mano sulla valigetta nera.

NONSOLOPANE

(ogni riferimento a persone, luoghi, fatti ed avvenimenti è puramente casuale)